Lo smart working è diventata una modalità di lavoro irrinunciabile per l’azienda, per i dipendenti e per l’ambiente. Se da un lato il lavoro da remoto riduce infatti i costi aziendali, d’altro canto esso contribuisce notevolmente a ridurre il traffico consentendo alle imprese di ridisegnare gli spazi nei propri uffici, a partire da quelli dei parcheggi da destinare ad altri usi. Ma, soprattutto, consentire al proprio personale di lavorare alcuni giorni da casa ha delle ricadute positive sull’intero ecosistema urbano, quindi ambientale. Perciò i Mobility Manager alle prese con la definizione delle strategie di sostenibilità da proporre per legge ai propri colleghi per ridurre l’impatto ecologico dell’azienda possono contare sullo smart working come una ottima soluzione per il progetto di mobility sostenibile.
La pandemia ha sortito l’effetto collaterale di accelerare l’evoluzione dei modelli di lavoro. L’emergenza ha aperto le porte ad un lavoro agile strutturale che però in molti casi deve ancora essere normato. Infatti, nonostante la fine della pandemia, molte aziende hanno deciso di mantenere lo smart working per i propri dipendenti seppur bilanciando i giorni da remoto con quelli in sede. Oggi offrire la possibilità del lavoro agile ai propri dipendenti è una mossa vincente per le aziende e per il loro employer brand sia agli occhi del personale che per i talenti da attirare. L’impresa può inoltre ridurre i costi di gestione degli uffici, ridurre gli spazi e contare su dipendenti più sereni. Infatti i vantaggi sono indiscussi tendenzialmente anche per il personale: i lavoratori possono conciliare con meno difficoltà la vita professionale con quella privata, assicurando una maggior soddisfazione e dunque produttività. I benefici della mobilità sostenibili si rispecchiano anche nel welfare. Ma chi altro sembra guadagnare dallo smart working è l’ambiente.
Lavorare da casa comporta inevitabilmente una riduzione sensibile delle emissioni legate agli spostamenti in auto di lavoratori che in alternativa interesserebbero le strade delle città (come eravamo soliti vedere fino a pochi anni fa). Inoltre la modalità agile consente di risparmiare sull’energia necessaria per riscaldare o raffreddare i luoghi di lavoro. Uno studio della IEA (International Energy Agency) ha dimostrato che per tutte le persone che devono percorrere più di 6 chilometri ogni giorno per raggiungere l’ufficio in auto, lavorare da casa costituisce un risparmio nonostante l’energia spesa nella propria abitazione. Inoltre la IEA ha affermato che, se i lavoratori decidessero di lavorare dalla propria abitazione per 3 giorni alla settimana, sarebbe possibile risparmiare circa 80 milioni di tonnellate di anidride carbonica ogni anno.
Come già anticipato, lo smart working è una risorsa strategica nell’ottica del Piano degli Spostamenti Casa-Lavoro, come indicato nel decreto n. 209/2021 del Ministero della Transizione Ecologica che così recita: “smart working, co-working, servizi di navetta aziendale e auto aziendali su prenotazioni: sono alcune delle soluzioni che imprese e pubbliche amministrazioni possono individuare nel loro «piano degli spostamenti casa-lavoro”.
Tra i tanti dati forniti dalle ricerche dell’International Energy Agency, emerge che un quarto del lavoro nel mondo potrebbe essere eseguito tranquillamente da casa. Forse, nel loro piccolo, le aziende cominciano a comprenderlo. Inoltre non è troppo avanguardista riconoscere che molte imprese hanno fatto propria, con convinzione, la tematica ambientale. Tutto ciò fa in modo che lo smart working sia visto con convinzione come speciale alleato nella realizzazione del Piano degli Spostamenti Casa-Lavoro.
Il Piano degli Spostamenti Casa-Lavoro, ha un duplice obiettivo; da un lato quello di individuare le misure utili a orientare gli spostamenti casa-lavoro del personale verso soluzioni sostenibili a scapito del mezzo privato e dall’altro definire i benefici conseguibili con l’attuazione delle misure in esso previste per azienda, dipendenti e collettività. A questo punto è facile comprendere come l’aspetto dello smart working possa essere estremamente rilevante nell’ottica di un PSCL.
Innanzitutto, nella fase di indagine volta a conoscere le abitudini di spostamento e lavorative dei dipendenti includere una sezione dedicata allo smart working è rilevante. Avere un quadro completo circa il numero di dipendenti che effettuano il lavoro agile, quante volte a settimana e per quanto tempo, è davvero utile; soprattutto se queste informazioni vengono incrociate con i chilometri percorsi ogni giorno dai dipendenti.
Nella parte progettuale del PSCL ricompare lo smart working in tutta la sua utilità e funzionalità verso la riduzione dell’impatto ecologico dell’azienda. Il Mobility Manager può certamente incentivare questa modalità di lavoro presso le risorse umane e i piani alti, ma in un mondo post-pandemia non è più necessario che la Montagna vada da Maometto e anzi la strada è ben spianata.
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